Valcar - PBM: Marta Cavalli, la caduta e la rinascita
14.3.2017
Parla poco, Marta Cavalli, ma quando lo fa lascia il segno. Così come lascia il segno quando parla con la bici; e lo lascia alla maniera dei più forti, quando conquista, uno ad uno, i suoi piccoli grandi record personali.
Sette anni in Valcar - PBM, da sempre ha portato a casa le sue vittorie in ogni categoria: da esordiente, da allieva, da junior e ora anche da elite con il successo nell'ultima gara open di Sanremo. Come se ogni anno timbrasse il cartellino, puntuale e regolare, come la sua pedalata cadenzata e potente che fa sembrare facili le cose difficili, una pedalata che riesce a trasformare lo straordinario in ordinario.
Lo ha fatto da allieva quando vinse contro pronostico la Coppa Rosa con 40 Km di fuga solitaria, lo ha fatto da junior conquistando l'oro europeo nel quartetto, lo ha fatto lo scorso anno quando, tornata in sella il 30 dicembre dopo un drammatico incidente in allenamento che l'ha costretta a 23 giorni di ospedale e un lungo stop di circa 6 mesi, è andata a vincere l'oro italiano nell'inseguimento individuale. Certo, forse dire che vincere a Sanremo è un qualcosa di straordinario è eccessivo, ma certamente è stato qualcosa di molto difficile: dopotutto, questa era soltanto la quarta gara su strada per Marta. Studente al liceo scientifico tecnologico "Galileo Galilei" di Crema, Marta Cavalli compirà 19 anni il prossimo 18 marzo. Eppure le sue parole misurate e concrete tradiscono una maturità non usuale per una ragazza della sua età, da vera e propria leader silenziosa.
Marta, prima di parlare della tua vittoria a Sanremo, vorrei partire da quella brutta caduta dello scorso anno…
"Quei giorni sono stati difficili, il primo pensiero era per la mia salute ancor prima che per il ciclismo. Poi dopo il lungo periodo in ospedale, mi sono sentita sempre meglio e in forze, ma non potevo correre per non compromettere la mia salute. Quello è stato sicuramente il momento peggiore, perché vedevo le mie compagne disputare europei e mondiali e non poter andare in bici era difficile. Devo ringraziare la mia famiglia, la squadre e le altre ragazze, perché in quei momenti mi sono sempre stati vicini.
Già, le ragazze… come è iniziata la nuova stagione con le tue compagne di squadra? "Siamo un bel gruppo, più o meno siamo le stesse dello scorso anno. Sappiamo di dover fare esperienza e di non essere ancora al livello delle più grandi atlete mondiali, ma il fatto di essere un gruppo così unito ci aiuterà molto a diventare nel tempo sempre più competitive. La nostra forza è essere una vera squadra e, ragionando così, cercheremo di sopperire alla nostra mancanza di esperienza, visto che siamo quasi tutte atlete al primo anno di professionismo".
E, nonostante questo, è arrivata la vittoria.
"Sì, non me l'aspettavo, le prime tre gare non erano andate bene. In Belgio, alle Strade Bianche e a Montignoso avevo fatto fatica. Non dico che fossi giù di morale, perché so che quest'anno sarà dura ed era normale iniziare così, ma certamente non pensavo di vincere subito".
Come è stata la gara di Sanremo?
"Si è deciso tutto sulla salita del Poggio. Sofia Beggin ha incominciato a scattare e si è formato un gruppo di una decina di atlete e ce la siamo giocata in volata. Sono uscita sulla destra tra gruppetto e transenne ed è andata bene. Sono felice che sia salita sul podio anche la mia compagna di squadra Allegra Arzuffi".
L'aver partecipato a gare UCI come è accaduto in Belgio e alle Strade Bianche ti ha aiutata nel vincere?
"Sicuramente sì, perché le gare precedenti erano molto più tirate sin dai primi Km".
A proposito, come è stato il debutto insieme alle massime atlete mondiali?
"Beh, confesso che mi ha fatto un certo effetto essere in mezzo a tutte le atlete di questo livello. Alla partenza delle Strade Bianche, ad esempio, ero accanto a Marianne Vos e pensavo quanto fosse curioso questo fatto, perché seguo i profili Instagram di molte di loro. Sicuramente è stata una bella sensazione".
Già, posso immaginare. Che obiettivi ti poni alla luce di questa vittoria a Sanremo?
"Spero di poter partecipare al maggior numero di gare UCI possibili, acquisire esperienza e raccogliere buoni risultati nelle gare Open".
Valerio Villa / foto Flaviano Ossola
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