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Trofeo Binda - Il saluto di un’altra numero uno: Edita Pucinskaite


17.2.2009




Il saluto di un’altra numero uno: Edita Pucinskaite
Il 28 febbraio la grande presentazione dell’evento di Coppa del Mondo e dell’intero week end di festa e sport


Un mese e mezzo al grande giorno, e ancora una campionessa che vuole salutare a suo modo la Cycling Sport Promotion e tutti gli appassionati di ciclismo rosa. Edita Pucinskaite è l’unica donna al mondo a vantare in carriera Giro d’Italia, Mondiale e Tour de France, e ci confessa di puntare forte sul Trofeo Binda – Città di Cittiglio, primo grande appuntamento della stagione: «Grazie alla passione e all’impegno di Mario Minervino, il Trofeo Binda è andato ad occupare quel grande vuoto lasciato dalla scomparsa della Varazze-Sanremo, e per tutte noi atlete è sempre un grande onore prendervi parte», le parole di ringraziamento della fuoriclasse lituana. Sul sesto numero di rosacittiglio trovate l’intervista completa e in esclusiva a Edita. E mentre alla grande famiglia del Binda si aggiungono sempre nuovi partner commerciali (questa settimana è la volta dell’Atelier Maison Cordini), si avvicina sempre più il giorno della presentazione ufficiale dell’evento, cui non mancherà sicuramente il numero uno della Fci Renato Di Rocco. Teatro del grande vernissage sarà Villa Frascoli, a Laveno, dove alle 20 di sabato 28 febbraio si alzerà il sipario sull’XI edizione del Trofeo Binda – Città di Cittiglio. Un’edizione da record.

Il notiziario, impaginato in formato A4, è scaricabile gratuitamente dal sito www.trofeobinda.com



L'INTERVISTA - Edita Pucinskaite


Ciao Edita, ormai si respira l'atmosfera del Binda. Parteciperai alla gara organizzata da Mario Minervino e dalla sua Cycling Sport Promotion?
"Il Trofeo Binda per me non è un appuntamento, è l'Appuntamento! E vi assicuro che queste non sono parole retoriche. Quando la Varazze-San Remo, gara che pulsava in concomitanza con l'affascinante Milano-Sanremo dei colleghi prof, ha dato forfait, noi ragazze ci siamo sentite impoverite, intristite. Perdere una corsa di quelle dimensioni significava ricevere uno schiaffo secco alla già scarsa visibilità del nostro movimento. Grazie alla passione e all'impegno di Mario Minervino e dei suoi collaboratori, il Trofeo Binda è andato a occupare quel vuoto. Inoltre, è diventato prova di Coppa del Mondo: per me è un onore parteciparvi!".

Che corsa prevedi? Si riuscirà a fare la differenza in salita o arriverà un gruppetto in volata?
"Difficile ipotizzare: l'edizione dell'anno scorso ha visto un trionfo solitario, ma il percorso, molto impegnativo, è aperto a più possibilità. Potrebbe avvantaggiarsi un drappello ristretto di poche unità, un mix tra scalatrici e passiste più in forma, oppure giungere al traguardo un gruppetto composto da una ventina di ragazze. L'unica ipotesi che mi sento di escludere è l'epilogo in volata compatta".

Ci racconti qualcosa dei tuoi inizi? Come mai hai scelto il ciclismo?
"Dall'atletica leggera sono passata al ciclismo per una serie di curiosi episodi e per una serie di strane e fortuite circostanze. Il destino mi ha buttato nel ciclismo e io non faccio altro che ringraziarlo".

C'è una corsa o una vittoria che ricordi con maggiore emozione?
"Sono tre le corse che rimarranno per sempre nel mio cassetto dei ricordi, avvolte in un triplo velo, giallo, iride e rosa. Emozioni diverse ma simili, sicuramente uniche. Il Tour de France: una febbre in crescendo in difesa di una maglia conquistata già al primo atto. Dalla sofferenza e dal dolore alla gioia e alle lacrime, un mix di sensazioni indescrivibili. Vinto con le gambe ma soprattutto con il cuore. Il campionato del mondo: un'esplosione di gioia, dove al traguardo mi attendeva tutta la famiglia. Un momento magico, un trionfo e il coronamento di un sogno. Una gara corsa da protagonista e vinta con sicurezza, freddezza e tatticismo. Il primo dei due Giri d'Italia: un orgoglio, una fierezza, la mia personale rivincita, o meglio un sollievo, una liberazione in termini emotivi. Raggiunta dopo anni e anni di disperati inseguimenti, un premio all'ultimo tuffo in una corsa incerta, racchiusa in pochi secondi".

Adesso parliamo del futuro. Quali sono i tuoi obiettivi principali per il 2009? Proverai a rivincere il Giro per la terza volta? Anche il Mondiale sembra bello tosto, adatto a te.
"Il Giro d'Italia da anni è diventato l'obiettivo stagionale di tutte le formazioni della penisola e non solo. Si tratta della più importante corsa a tappe del mondo, ambita da tutte le big del pianeta. Non conosciamo ancora il percorso né le difficoltà principali, quindi è prematuro ipotizzare qualcosa. Il Mondiale, bello e tosto, ispira certo tanta fiducia, anche se rimane sempre adatto a un tipo di corridore completo, esplosivo, dotato di spunto veloce come Vos, Cooke o Arndt. Personalmente spero di riconfermarmi ai miei livelli facendo magari pace con la fortuna, che ultimamente mi ha girato le spalle".

Dopo due anni alla tedesca Nurnberger, torni a correre con una squadra italiana, il Team Cmax Dila: è un po' come un ritorno a "casa", dal momento che nel nostro paese vivi e ti alleni?
"Altroché, dal momento che sono anche cittadina Italiana è un vero e proprio ritorno a casa. In fin dei conti la vera casa è quella in cui vivi, dove hai i tuoi amici, dove hai creato una famiglia: è inutile nascondere che mi sento bene e a mio agio qui in Italia. La Lituania rimane e rimarrà sempre il mio nido, il luogo dove ritornare per ritrovare me stessa e le mie radici. Comunque ho trascorso due anni molto interessanti in Germania con il Team Nurnberger Versicherung, togliendomi soddisfazioni e curiosità; adesso sono contenta di tornare a gareggiare in una formazione azzurra".

Tu sei l'unica ciclista al mondo ad aver vinto Giro, Tour e Mondiale. Dove trovi le motivazioni per continuare a impegnarti ogni giorno?
"La vita è piena di stimoli, basta saperli cogliere. Se li trova Lance Armstrong, perché mai non dovrebbe trovarli una Pucinskaite, che ha vinto sì, ma non ha mai stravinto? Non è diventata né ricca né famosa, visto che il ciclismo femminile ignora il significato di queste due parole. La possibilità di regalare un'emozione a un amico o a un tifoso può essere una valida motivazione per non mollare. Al fianco di tante altre".

Fino ad oggi hai vinto 95 corse da professionista: punti a raggiungere i 100 successi già in questo 2009?
"Non mi focalizzo. Sinceramente non sono stata io a contare le vittorie della mia carriera, credo che le medaglie d'argento e bronzo dei Mondiali e i secondi e terzi posti finali sia al Giro che al Tour meritino molto più di qualche singola vittoria di minor rilievo. A cosa punto? Partirò senza fretta con la speranza di arrivare competitiva nel periodo estivo, momento in cui solitamente riesco a esprimermi al meglio. Al mio fianco avrò un gruppo di giovani e promettenti azzurrine: insegnare loro qualche trucco sarà per me un dovere e un piacere".

Quali sono i tuoi hobby preferiti nel tempo libero?
"Mi dedico alla lettura, scrittura, ascolto la musica e chatto con gli amici".

Attualmente collabori con alcune riviste specializzate e sei regolarmente iscritta all'albo dei giornalisti. Sarà questo il tuo futuro una volta smesso di correre?
"Correre e scrivere, due verbi apparentemente lontani ma che per me hanno il medesimo significato: possibilità di esprimere me stessa, comunicare con la gente. Il Ciclismo, è la mia più grande passione, tanto da essere diventata un mestiere. Una volta appesa la bici al chiodo, mi auguro di riuscire a fare lo stesso con il giornalismo".

Ufficio Stampa - Start Communication



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