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Rischio sciopero al Giro di Toscana femminile


17.9.2013


Le cicliste Elite impegnate in questi giorni nella premondiale Giro di Toscana hanno segnalato condizioni non adeguate a una corsa H.C. e, attraverso l'Assocorridori, pretendono dagli organizzatori della manifestazione che la loro sicurezza in gara sia garantita come prescritto dai regolamenti nazionali e internazionali.

Dopo tre giornate in cui le atlete hanno dovuto correre su strade dissestate senza la scorta necessaria (il traffico non viene chiuso, semplicemente si fermano le automobili al momento del passaggio del primo gruppo, per farle poi ripartire con la conseguenza che le ragazze più attardate si trovano in mezzo alle auto), con tanto di incidente sul traguardo, hanno deciso di mandare il loro grido d'allarme ufficialmente e, nel caso non fosse ascoltato, di non disputare l'ultima frazione che dovrebbe andare in scena quest'oggi da Lucca a Firenze.

A esprimere la posizione delle atlete italiane è la loro rappresentante in seno all'ACCPI Elisa Longo Borghini: "Siamo tutte d'accordo, non si può correre in queste condizioni. Nei giorni scorsi siamo state fortunate perchè nessuna di noi si è fatta male, ma abbiamo rischiato troppo. I nostri direttori sportivi e i nostri rappresentanti hanno chiesto a Brunello Fanini di adottare dei provvedimenti, ma la situazione non è cambiata. Se alla partenza oggi non vedremo un numero sufficiente di motostaffette per garantire che la gara si disputi in assoluta sicurezza decideremo tutte insieme il da farsi e, se per tutelarci non avremo altra scelta, a malincuore annulleremo la tappa come tra l'altro già accaduto l'anno scorso".

Concordi con questa presa di posizione anche le colleghe straniere, di cui si fa portavoce l'olandese Marianne Vos, rappresentante di categoria all'interno del direttivo dell'Unione Ciclistica Internazionale, campionessa olimpica e iridata in carica, che veste la maglia di leader della generale al Giro di Toscana: "Appoggio pienamente l'iniziativa delle azzurre, la sicurezza deve venire prima di tutto. Sono dieci anni che questa corsa si disputa senza porre al centro la salvaguardia delle partecipanti, è giunto il momento di far notare il nostro disagio. La nostra dignità e professionalità non può farci accettare l'idea che passino altri anni prima che vengano presi davvero dei provvedimenti per permetterci di gareggiare in sicurezza".

Giulia De Maio


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