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Team Pasta Zara: Addyson Albershardt annuncia il ritiro


29.8.2013


Addyson Albershardt, ciclista della Pasta Zara-Cogeas-Manhattan, ha annunciato il proprio ritiro dal ciclismo agonistico con effetto immediato. Cinque volte campionessa americana tra le junior (Inseguimento Individuale e Squadre nel 2011; Inseguimento Individuale e Squadre e Cronometro nel 2012), Albershardt era stata protagonista di un inizio di stagione molto promettente vincendo una tappa sia alla Vuelta a Costa Rica che alla Vuelta El Salvador e avrebbe dovuto viaggiare verso l'Italia nel mese di giugno per prendere parte a corse molto prestigiose come il Giro Rosa o la Route de France: nonostante questi ottimi risultati ha capito che il ciclismo non era nel suo cuore.

Per Albershardt, 19 anni ad agosto, questa non è stata una decisione facile e tutto è iniziato nel mese di maggio al Tour of the Gila dove Addy ha gareggiato come ospite nella piccola squadra americana I AM Racing Team. «Ho viaggiato per conto mio, non avevo una macchina, né denaro sufficiente o il supporto di squadra a cui ero abituata ed in più la corsa presentava condizioni estremamente impegnative: durante quell'esperienza il mio apprezzamento per le persone che aiutano dietro le quinte è aumentato enormemente dopo aver visto quanto lavoro serve per aiutare i corridori e ho realizzato che amavo aiutare le altre cicliste piuttosto che correre per vincere. A dire il vero non mi interessava proprio per niente vincere, volevo solo aiutare gli altri».

Albershardt ha raccontato che dopo la sua decisione definitiva ha avvertito una sensazione di grande sollievo, come mai in vita sua: «Mi sento come se Dio mi avesse dato la voglia di servire gli altri piuttosto che lavorare per me stessa. Ci ho pensato e ripensato molto se continuare o no a correre in questa stagione ma ai Campionati Nazionali USA non avevo più alcuna motivazione e ho deciso di fermarmi».

Lasciata la bici adesso Addyson ha iniziato a lavorare come istruttrice al Camp Eagle Rock, un campo estivo giornaliero per bambini che vivono nell'area di Charlotte (North Carolina), ed inoltre a novembre andrà per la seconda volta a Haiti in una missione umanitaria: «La direttrice del campo è una mia amica e una compagna nel viaggio a Haiti: le ho chiesto se avesse un posto libero come istruttrice per l'estate e mi ha fatto entrare subito nonostante la mancanza di preparazione ed esperienza. Al Camp Eagle Rock aiuto i bambini tutti i giorni, devo essere una guida, un mentore e un'amica per loro. Ho lavorato con dei ragazzini affetti da autismo, bambini che vengono dalle zone meno fortunate della città e altri con alle spalle contesti diversi e che hanno dovuto affrontare avversità: questa è l'esperienza di maggior effetto che ho avuto in vita mia, so che Dio mi ha portato al posto giusto al momento giusto della mia vita».

Pur avendo abbandonato il ciclismo agonistico, nel futuro di Addyson Albershardt questo sport potrebbe avere ancora posto: «Non chiudo del tutto la porta al ciclismo, però non credo che tornerò mai come una ciclista professionista. Il mio desiderio di aiutare gli altri può trovare diversi lavori anche nel mondo del ciclismo e quindi potrei tornare per trovare il mio posto giusto! In particolare mi piacerebbe lavorare con le cicliste delle categorie giovanili, attraverso la mia personale esperienza posso dire che mancano attenzioni e molto supporto in quell'ambiente. Poi a Haiti ho visto quanto una semplice bicicletta possa rafforzare una vita, una famiglia, un villaggio o tutto un paese».

«Non potrei sentirmi più fortunata di avere tante splendide persone nella mia vita. Voglio ringraziare la mia famiglia per avermi sempre appoggiato al 100% in ogni mia scelta e i miei amici ciclisti per aver accettato il mio ritiro dallo sport per capire dove mi portasse il mio cuore. Un altro grande ringraziamento va a tutte le persone del mondo del ciclismo che hanno fatto di tutto e di più per aiutarmi in ogni modo possibile e per favorire la mia carriera. Infine il Camp Eagle Rocke: si può dire che ho trovato una nuova famiglia in un momento della mia vita in cui avevo bisogno di scoprire cosa Dio avesse riservato per me, ma io non ho trovato un campo, è il Camp Eagle Rock che ha trovato me! Così come il campo mi ha aiutato con i miei problemi, io prego affinché Cristo possa dare forza agli altri quando devono affrontare i problemi delle loro vite».

Tutta la squadra Pasta Zara-Cogeas-Manhattan rispetta la decisione della sua atleta e vuole augurare ad Addy tutto il meglio possibile per il suo futuro.

Press Office - Sebastiano Cipriani


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