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Giada Borgato (Diadora-Pasta Zara-Manhattan) campionessa italiana su strada


21.6.2012


Giada Borgato trionfa nel campionato italiano su strada.
Primo successo della padovana tra le Elite
e per la Diadora-Pasta Zara-Manhattan nel Tricolore


Giada Borgato è la nuova campionessa italiana di ciclismo su strada Elite. L’atleta della Diadora-Pasta Zara-Manhattan ha conquistato il titolo oggi a Pergine Valsugana (Trento), dopo una prestazione magistrale. Il team di Maurizio Fabretto conquista così un titolo che ancora mancava nel suo nutrito palmares. Giada Borgato è stata l’autentica mattatrice della giornata. Sempre nel vivo della corsa, sempre in tutte le fughe, ha saputo costruirsi una tattica che non ha lasciato scampo alle avversarie.

“Non ci credo, non ci credo”, ha biascicato Giada dopo aver tagliato il traguardo.
“Ieri ho visto il percorso - ha poi proseguito, riprendendo fiato - e me l’ero messa via. Nel senso che lo ritenevo troppo duro per me. Sono quindi partita rilassata, senza attendermi molto. E invece al primo passaggio sullo strappo di Campolongo mi sono resa conto che c’ero, soprattutto le gambe le sentivo come non mai. Io con il caldo mi sono sempre espressa bene e oggi c’era un’afa opprimente… Sono entrata in tutte le fughe, finché ho deciso di andare a prendere la Valsecchi in fuga. Poi me ne sono andata. Le gambe sembravano girare da sole. Instancabilmente. Gli ultimi chilometri, però, è stata sofferenza pura. Accusavo crampi dappertutto, persino nelle dita delle mani. Ma oramai il più era fatto. Mi sono detta: “A costo di trascinare la bici fino al traguardo ce la devo fare. Ce l’ho fatta e adesso sono ancora qui a chiedermi cos’è successo…”.

La cronaca. Poco dopo il via da Pergine, sulla salita di Campolongo, nel comune di Tenna, che sarà l’epicentro dei tanti colpi di scena successivi, provano in 20 a fare una prima selezione.
Da queste emerge Elisa Longo Borghini che allunga. Al km 50 un gruppetto va a prenderla. Prima sono 10, poi diventano 15, infine 30. Tra queste spiccano Giorgia Bronzini e Giada Borgato, tra le più attive.

Gli allunghi si susseguono. Al chilometro 73 Silvia Valsecchi tenta il colpaccio. Il suo vantaggio sale chilometro dopo chilometro mentre fa vedere grandi cose Giorgia Bronzini che attacca addirittura in salita.
A 25 chilometri dalla fine la Valsecchi arriva a conquistare un vantaggio di 1’33. Sembra l’azione decisiva, teoria però smentita da tre atlete che si gettano a capofitto al suo inseguimento: Giada Borgato, Marta Bastianelli e Valentina Carretta. Dopo qualche chilometro, Giada lascia le compagne di fuga e tenta da sola di agganciare la Valsecchi. Ha le gambe potenti, Giada, oggi le riesce tutto. Difatti, sulla salita prende la fuggitiva. Per un po’ corrono insieme, arrivando a conquistare un minuto di vantaggio sulle due immediate inseguitrici. La Valsecchi, però, non fa l’andatura, sta sempre nella scia della padovana. Il primo a capire che il momento è giusto è il direttore sportivo Aldo Piccolo, che grida alla sua atleta “vai adesso, Giada, vai, vai che ce la fai…”.

Giada non se lo fa ripetere. Rompe gli indugi e sull’ultima salita se ne va. Incontenibile. Imprendibile. Con Piccolo che le scandisce un vantaggio che cresce minuto dopo minuto. La sua marcia verso Pergine Valsugana diventa un trionfo solitario. Nonostante i crampi che le devastavano il corpo, chiude con un minuto di margine sulla seconda. L’ultimo gradino del podio va a Marta Bastianelli.

Bellissimo l’episodio finale che ha visto protagonista Giorgia Bronzini. La campionessa del mondo ha tagliato il traguardo tricolore a braccia alzate ed è subito corsa ad abbracciare la sua compagna di squadra.

“Dillo Giada - le ha gridato Giorgia - dillo chi ti ha detto di scattare...”.
Giada Borgata è figlia di Aldo Borgato, noto dilettante di successo. Padovana di Legnaro, ha 23 anni. Ha vinto il tricolore dieci anni fa tra le Esordienti e si è piazzata seconda nel campionato italiano Allieve nel 2005.
Oggi ha conquistato il suo primo successo tra le Elite.

E il suo primo pensiero è andato al papà. “Oggi non c’era. Strano, mi sono detta. Mi segue sempre, così come tutta la mia famiglia, che mi sta molto vicina. Papà si era giustificando adducendo impegni importanti. Dopo la corsa, invece, ho capito il motivo della sua assenza. Ieri è morto suo padre, mio nonno Livio. Me l’hanno tenuto nascosto perché oggi corressi serenamente. Dedico questa giornata indimenticabile a nonno Livio che non c’è più e a tutta la mia stupenda famiglia”.

Maurizio Fabretto, patron della Diadora-Pasta Zara-Manhattan, elogia la prestazione di Giada: “Oggi contro di lei non ce n’era per nessuno. Sulle capacità e il potenziale di Giada non abbiamo mai avuto dubbi. Spero che il successo di oggi le faccia definitivamente capire che è in grado di centrare qualsiasi risultato. Basta che ci creda. Spero per lei e per la mia squadra che questo sia solo l’inizio di una carriera vincente”.

Ufficio Stampa Diadora-PastaZara-Manhattan


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