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Intervista a Valentina Scandolara


10.4.2010




Dal fertile settore giovanile azzurro al femminile fioriscono costantemente atlete dal roseo avvenire. Una delle maggiori promesse del ciclismo italiano è la 19enne Valentina Scandolara, persona semplice, vivace e solare ma anche determinata e sicura di sé. Nel palmares della veronese di Tregnago spiccano due campionati europei su strada (2007 e 2008), undici campionati italiani ed altri piazzamenti di rilievo tra strada e pista.
Valentina ci risponde dal ritiro della sua formazione, il Vaiano Tepso Solaristech, parlandoci dei suoi obiettivi a venire.

Attualmente mi trovo nella casa della nostra squadra in centro a Vaiano. I prossimi appuntamenti saranno due gare in Svizzera, l'11 ed il 18 aprile, poi finalmente quattro gare in Italia, tra le quali il 9 maggio quella organizzata dalla mia squadra!
Cercherò di dare il massimo, ma la mia preparazione è mirata per arrivare al top agli appuntamenti di giugno-luglio: campionati italiani, Giro d'Italia e Giro del Trentino, dove faremo tanta esperienza, e soprattutto i campionati europei su strada, dove mi piacerebbe provare a fare davvero bene. Al Binda comunque ho visto notevoli miglioramenti, dati dal lavoro che ho iniziato da tre mesi col mio nuovo preparatore, Roberto Rossi. È esperto ed allo stesso tempo attento: mi segue da vicino sempre con estrema passione ed attenzione. Penso che senza una figura come lui vicino forse mi sarei persa.

Ricordiamo che Roberto Rossi è il marito di un'atleta che ammiri molto, la grande Edita Pucinskaite. Ti capita di scambiare qualche opinione anche con lei?
Certo, ho conosciuto Edita quando mi intervistò dopo la mia vittoria agli europei 2007. È una campionessa nel vero senso della parola, nel senso che, a differenza di tante altre, oltre ad essere fortissima, sa consigliare, motivare ed insegnare alle principianti come me con un'umiltà straordinaria! Questi secondo me sono i veri campioni.

Marianne Vos a soli 19 anni si laureava campionessa del mondo. L'anno seguente toccava a Marta Bastianelli, iridata a 20 anni. Tu Valentina compirai i 20 anni a breve. Pensi che già quest'anno potrai esprimere gran parte del tuo potenziale? Hai già un'idea di dove potrai arrivare?
No, non lo so minimamente, perché come ho detto ho cominciato a lavorare "seriamente" solo da quest'anno, ovvero da qualche mese. Fisicamente ognuno cresce coi suoi tempi ed io ho ancora moltissimo da lavorare, in tutti i campi. Da quando mi segue Roberto, ho imparato molte cose alle quali non avevo mai pensato e sulle quali non avevo mai lavorato. Ora stiamo in pratica costruendo la "base" del corridore che verrà! Fra qualche anno vedremo...

...ne vedremo delle belle allora, e forse meno belle per le avversarie.
Mah, se sarà dura e per chi lo vedremo strada facendo, inutile parlare ora. Servono i fatti: io sto dicendo quello che sto capendo della Scandolara di ora e di quella degli anni scorsi.



Questo è il tuo primo vero anno tra le "big". Saresti già dovuta passare élite nella seconda parte del 2008 con la Safi/Titanedi. A parte qualche apparizione con la maglia della nazionale azzurra, hai continuato a correre tra le juniores. Attesa non molto gradita o alla fine meglio così?
Sì, dovevo passare ma alcune incomprensioni hanno fatto sì che ciò non avvenisse. Lì per lì mi bruciava, anche perché era un regolamento che mi bloccava all'inizio, ma, col senno di poi, sono felicissima di come sia andata, perché l'anno scorso è stato a dir poco difficilissimo per me, questo a causa di problemi familiari e personali, oltre che per la maturità. Ho avuto una grande crisi, fisica e mentale ma per fortuna ho avuto anche la grandissima fortuna di entrare nel Vaiano e di trovare persone che mi sono state vicine senza farmi pressioni e facendomi sentire che credevano fortemente in me. Dimostrazione concreta ne è la squadra UCI che hanno costruito quest'anno.
Non esagero dicendo che ad un certo momento mi fosse passata per la mente l'idea di mollare... in quel momento però Marino Amadori mi ha fatto capire che quella era la reazione più sbagliata ai miei problemi. Da lì ho cominciato la risalita, lenta ma costante.
Un atleta è corpo e mente, non conta solo pedalare; i preparatori o i ct non servono quando si va forte, perché in quei momenti tutto viene da sé, con una facilità razionalmente inspiegabile! Servono soprattutto quando l'atleta è in difficoltà e si sente finito.

Adesso ti si legge proprio in faccia l'entusiasmo e la gioia di correre con questa squadra toscana.
Certo, sono davvero contenta! È una famiglia, a differenza di molte altre realtà dove si viene trattate diversamente.

Precedentemente mi hai parlato dei tuoi obiettivi fino agli europei su strada di luglio. Guardando più avanti, pensi sia ipotizzabile la convocazione per i mondiali di Melbourne?
La convocazione dipende sia dalle mie condizioni fisiche, sia dalle idee del CT, Dino Salvoldi. Certo, io proverò ad essere in buona forma anche in quel momento, poi si vedrà. Ed evidentemente correre un mondiale élite per una squadra come l'Italia sarebbe un onore incredibile, e su un percorso come quello di Melbourne, dove abbiamo atlete come Giorgia Bronzini che possono ambire all vittoria, ancora meglio. Che dire, vedremo!

Non sarà facile, visto che pure altre giovani azzurre stanno piano piano crescendo: Berlato, Patuzzo, Carretta, Presti, Romoli, la giovanissima Callovi...
Infatti, stiamo crescendo in tante. Le migliori, o quelle che in quel periodo andranno meglio, andranno e faranno il loro dovere e, speriamo, un bel risultato!

Affrontiamo ora un argomento spinoso, senza però entrare nel merito della vicenda Rossi, caso ancora aperto... Un (ex) appassionato di ciclismo femminile, in seguito alla positività di Vania Rossi, ha deciso di chiudere il suo sito web dedicato al ciclismo femminile perché si è sentito preso in giro da voi. Cosa vorresti dire a questa persona che non ha più fiducia in voi cicliste?
Vorrei dirgli che il doping esiste in tutti gli sport, che io personalmente sono una che VUOLE i controlli, magari in tutti gli sport, e VUOLE che se ne parli, perché solo così si potrà cercare di arginare il problema. Io sono la prima che proporrebbe la squalifica a vita per atleti e dirigenti, perché ho sempre corso e vinto pulita ed ho intenzione di continuare a farlo! Alla lunga secondo me solo il lavoro paga. Penso che chi imbroglia prenda in giro sé stesso/a oltre che colleghi e tifosi.
Però ci serve un po' di fiducia: già siamo ai margini ma se si chiudono i siti siamo proprio finite. Non è giusto che per colpa di qualche scema ci rimettano tante ragazze oneste e pulite! Così come non vale la pena rovinarsi la salute, la reputazione e soprattutto la coscienza per tre vittorie, fossero anche i mondiali. E comunque, servirebbe interesse anche dai vertici, non menefreghismo o addirittura favoritismi o oscurantismo! Basta con gli interessi, vogliamo correre alla pari, PULITI!!!
Un vecchino appassionatissimo di ciclismo mi diceva sempre: sa quali sono le tre cose che ti permettono di vincere nel ciclismo? 1. allenamento... 2? allenamento... 3? allenamento! Che dire, io ci provo, se non basteranno queste "tre" cose, fortunatamente Dio mi ha dato anche un cervello e continuerò a studiare, come peraltro faccio.

Tra gare, allenamenti e ritiri in Toscana, riesci comunque a seguire costantemente i corsi universitari?
Fin da piccola ho sempre sognato di diventare veterinaria ed ho ancora questo in testa, solo che col ciclismo non riesco a frequentare (c'è la frequenza obbligatoria), quindi per non "perdere tempo" mi son iscritta a lingue. Mi sono però accorta che riesco ad impararle bene comunque: so l'inglese ed il francese, e cerco di migliorare guardando film e leggendo libri in queste lingue. L'idea è poi di frequentare un corso di spagnolo a breve. Vorrei quindi cambiare facoltà e l'anno prossimo molto probabilmente mi iscriverò ad economia, ma senza frequentare assiduamente perché è quasi impossibile.



Torniamo a parlare di ciclismo: voi del Vaiano Tepso Solaristech sarete presenti al Giro Donne, quella che sulla carta risulta essere l'edizione più impegnativa degli ultimi anni. Percorso gradito o l'alta montagna non fa per te?
Sì, saremo presenti al Giro con la squadra UCI più giovane del mondo! Diciamo che personalmente punterò a far bella figura più nelle prime tappe che in quelle più dure. Non ci si inventa scalatori all'ultimo, soprattutto qui nella massima categoria dove saranno le specialiste a giocarsi la vittoria. Oltre a perdere un po' di peso, devo ancora migliorare molto in salita, perché serve a poco fare le volate...dietro le prime, e le gare più belle ed importanti, si sa, sono dure.

Qua al Giro correrete su un percorso spettacolare che mira anche a portare in alto il ciclismo femminile. Per citare due nomi, Rivolta, patron del Giro e Mario Minervino, organizzatore del Trofeo Alfredo Binda, si stanno sforzando notevolmente per far crescere questo mondo. Ottimista o pessimista riguardo al futuro del ciclismo femminile?
Ci vorrebbero anche alcuni interventi dal basso, ma non entro nei particolari. Penso in generale che prima di pretendere di venire considerate dai media, tante realtà dovrebbero cominciare a prendere sul serio le ragazze ed il ciclismo femminile; solo così può crescere il livello, anche tattico, che troppe volte manca e toglie interesse alle nostre corse.
Comunque, a fianco dei "big", vorrei ricordare il presidente della nostra squadra, Stefano Giugni, che da tantissimi anni è nell'ambiente ed ha fatto e fa davvero tanto! Ed ancora, dobbiamo tutti ringraziare il grandissimo Mario Penariol, perché grazie a lui si sono fatti passi da gigante. Gli auguro una pronta guarigione e auguro sia a lui che al movimento il suo ritorno per dar man forte ai vertici!


Il sito web di Valentina Scandolara
Il sito della squadra di Valentina





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